Che cos’è?

Un’isterectomia è una procedura chirurgica che consiste nella rimozione dell’utero allo scopo di alleviare i sintomi causati da condizioni mediche che lo interessano.

L’intervento di isterectomia può trattare:

  • cicli mestruali complicati, in genere provocati da fibromi uterini o adenomiosi, caratterizzati da sintomatologia dolorosa e abbondanti perdite ematiche;
  • dolore pelvico acuto, di solito determinato da diverse patologie quali endometriosi; i fibromi e la malattia infiammatoria pelvica (PID);
  • prolasso utero;
  • tumori dell’utero, della cervice e delle ovaie.

A seconda del motivo dell’intervento, un’isterectomia può comportare anche la rimozione degli organi e dei tessuti circostanti, come le ovaie e le tube di Falloppio.

Sintomi?

  • DOLORI ADDOMINALI E DEL BASSO VENTRE dovuti ad aderenze cicatriziali sia esterne, visibili come cicatrice di cesareo, che interne per accessi in laparoscopia. Le aderenze cicatriziali sono complicanze del processo di cicatrizzazione e derivano dalla formazione di un tessuto fibroso che va a connettere due parti dello stesso organo o due aree di tessuto connettivo e legamentoso. La presenza di cicatrici, per il rimaneggiamento della fascia addominale, modifica l’ampiezza e il volume dell’addome, in armonia con il bacino e la colonna lombare per uno scompenso posturale adattativo. Ne deriva, tuttavia, uno schema posturale scompensato che vede la colonna lombare in iperlordosi per una trazione anteriore dell’addome e dei visceri.
  • DOLORI LOMBARI E LOMBO- SACRALI: causati da aderenze cicatriziali e dalla tensione delle lamine sacro-retto-genito-pubiche che mettono in rapporto il sacro con il pube. L’ utero ha stretti rapporti anatomici con il sacro e in seguito all’asportazione, si possono creare aderenze interne che riducono la mobilità del complesso; creando aree di dolore persistenti. Una tensione anomala del legamento utero-sacrale potrà sfociare in lombalgia e/ o in lombosciatalgia per iperpressione, L5-S1 con sindrome faccettaria.
  • DOLORI DI TIPO COXALGICO: simulano problemi d’anca perché’ le stesse lamine in tensione fanno capo agli stessi livelli sacrali da cui parte l’innervazione dei muscoli pelvico-trocanterici, influenzandoli e simulando pertanto un dolore d’anca. Dolore dovuto anche ai rapporti legamentosi tra utero e osso dell’ anca.
  • PROLASSO VESCICALE E RETTALE (se l’isterectomia è totale) per cedimento più o meno parziale del pavimento pelvico e per uno scompenso ormonale che indebolirà la forza della fascia pelvica, esponendo ad incontinenza urinaria da stress.
  • STITICHEZZA: A seguito dell’intervento di isterectomia, il setto retto-vaginale, membrana che separa il retto dalla vagina, viene meno e ne consegue rettocele (discesa dell’ intestino retto) con conseguente formazione di una sacca estroflessa. L’ assenza dell’utero comporta un calo brusco del livello di estrogeni, ormoni che contribuiscono a mantenere elastici i tessuti, aumentando l’episodio di stitichezza.
  • EMORROIDI: Un altro motivo di consulto sarà di natura congestizia, (problematiche di varici ed emorroidi), le cui cause potranno essere di natura ormonale. Una variazione dei livelli di progesterone, porterà ad un rilassamento dell’endotelio vascolare, specie venoso. Ne deriverà un effetto vasodilatante, il quale, benché da un lato sarà funzionale per garantire l’afflusso di sangue, sarà deficitario perché nei soggetti predisposti, va a sfiancare le pareti venose e rappresenterà terreno fertile per le stasi congestizie, portando alla comparsa di emorroidi e stitichezza.
  • INCONTINENZA URINARIA: la sacca che si crea nell’ intestino, a seguito del rettocele, spinge contro la vagina e la vescica, infiammando l’uretra. Di conseguenza, aumenta lo stimolo di dover far pipì. Inoltre, a volte il rettocele si accompagna al cistocele, cioè la formazione di un’ernia all’interno della vagina provocata dal prolasso della vescica, sovvertendo la contenzione del pavimento pelvico che risulterà più debole.

Quali rimedi in Osteopatia e fisioterapia?

Il trattamento manuale adotta un approccio al benessere attraverso la conoscenza delle interrelazioni tra struttura e funzione e va alla ricerca delle cause del dolore e della ripresa di una vita quotidiana serena.  I principi e la pratica osteopatica offrono un approccio globale che tiene conto dei complessi fattori psicologici e fisici che influenzano il progredire del dolore pelvico cronico.  Individuata la causa, va creato un piano di riabilitazione appropriato; il trattamento di osteopatia e fisioterapia sono fondamentali nella seconda fase di recupero, come integrazione alla terapia farmacologica e le indicazioni del medico specialista.

  • IL TRATTAMENTO RIABILITATIVO: Su indicazione dello specialista, si può intervenire con un delicato massaggio della cicatrice e alle sue estremità in modo da “meccanizzare” i tessuti, migliorare la vascolarizzazione e favorire i processi di riparazione della pelle.

Sarà poi necessario, iniziare un programma di esercizi finalizzati alla cura della disfunzione pelvica, riportata in visita, come ad esempio: l’incontinenza urinaria. La riabilitazione pelvi-perineale, con l’esercizio fisico, prevede 3 fasi sequenziali: riconoscimento dei muscoli pelvici, allenamento e infine uso di questi ultimi per una migliore gestione della vita quotidiana. A ciò si associano esercizi per la ripresa della funzionalità dell’ addome per integrare la funzione pelvica e migliorare lo schema posturale in adattamento.

  • IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO: prevede tecniche manipolative per la risoluzione del dolore lombare, emicrania di origine ormonale, dolore all’ anca e miglioramento della congestione venosa del piccolo bacino. L’osteopatia ginecologica è integrativa al trattamento medico dei problemi associati al sistema riproduttivo e si basa sulla manipolazione delle strutture e dei tessuti molli per ripristinare o equilibrare il normale funzionamento del corpo nella sua globalità.