Durante i nove mesi, la sensazione di pesantezza e tensione alle gambe deriva dalla stasi venosa; il rallentamento del flusso sanguigno, dalla periferia dell’organismo e l’aumento di volume della pancia, aumentano questo fenomeno.
Il disturbo è favorito dall’azione degli ormoni secreti, in particolare dal progesterone che rilassa la muscolatura ( fenomeno necessario per permettere lo sviluppo del feto) e contribuisce a dilatare le pareti dei vasi sanguigni.
L ‘aumento di volume dell’ utero porta il diaframma ad avere minor espansione e quindi ad un minor pompaggio e ritorno del sangue venoso dalla periferia verso il centro.
Ecco come il disturbo evolve durante i nove mesi:
  • Nel primo trimestre: compaiono le varici.  L’origine è ormonale: l’accresciuta produzione di progesterone e di estrogeni favorisce la dilatazione delle vene e la perdita di elasticità. In questo modo il sangue fatica a risalire dagli arti inferiori al cuore.
  • Nel secondo trimestre: i disturbi alle gambe diventano più intensi a partire dal quarto mese; aumenta la quantità di sangue in circolo per le esigenze nutritive del feto. L’incremento di volume di sangue sottopone a uno stress ulteriore le vene, dilatandole e rendendo più difficoltoso il ritorno del sangue.
  • Nel terzo trimestre: l’ingrossamento dell’utero comprime le vene del bacino, passaggio obbligato del sangue proveniente dagli arti inferiori, ostacolandone la risalita al cuore. Dopo il parto questo fenomeno può associarsi a stitichezza per varici del plesso emorroidario.
L’osteopatia risulta essere un ottimo strumento per accompagnare la futura mamma, in tutta la gravidanza, supportando lei e il suo corpo a metabolizzare e a compensare al meglio tali cambiamenti. Attraverso tecniche dolci, mirate e senza alcun rischio né per la mamma, né per il bambino, il trattamento manuale osteopatico è utile per migliorare la dinamica di drenaggio dei liquidi.
La fisioterapia risulta essere d’aiuto con trattamenti di linfodrenaggio a cadenza settimanale per migliorare la circolazione dei liquidi ed evitare la stasi.
Associare ciò a passeggiate di 30 minuti al giorno e sollevare le gambe al muro oltre l’ altezza delle anche aiuta il pompaggio venoso e il ritorno.